Mi sono andati di traverso degli ossi di seppia. (Bello come nome per una raccolta? Ahah, comunque in continuo aggiornamento!)

Non scrivo quasi mai, io. Mi piacerebbe parecchio ma spesso e volentieri, quando mi viene voglia, davanti al foglio di carta mi sento perso e la mia mano impedisce alla penna di tracciare qualsivoglia parola. Ma ieri sera ho approfittato del male di vivere che m'è salito dopo cena (probabilmente a causa dei due sorsi di birra che ho accompagnato alla pizza, poiché quella birra non mi piaceva), per scrivere una poesiola carica di...mmm...diciamo che comunica il degrado delle sensazioni dovute a certi avvenimenti...

A tratti spezzati il tuo respiro gelido
da visioni nere d'artigli insanguinati:
la fiumana purpurea sotto le spalle
converge nella pozza nauseante sotto di te
ed ancora i tuoi piedi a terra, nel degrado.

Dici di no al vento e la testa ti duole
ossessivamente e non da tregua e non da pace.
Forse le ali strappate ala tua schiena
risputano alla tua fantasia che dapprima
era la tua microrealtà mascherata da verità.

O forse la tua mente sta marcendo:
il conflitto fra l'opporsi e l'adeguarsi e
il fallire nell'adeguarsi e nell'opporsi ti
cancella e non rimane che starsene
nella pozza maleodorante a lamentarsi.

e tu dici di non saper scrivere

Più che altro perché non scrivo mai...

Supertramp ha scritto:

Più che altro perché non scrivo mai...

Scrivi più spesso, a quanto pare ti riesce bene

P.S. carino il titolo aahah

E' quello il fatto, mi piacerebbe così tanto scrivere, ma ho già detto tutto nella premessa: non so mai che scrivere!

Supertramp ha scritto:

E' quello il fatto, mi piacerebbe così tanto scrivere, ma ho già detto tutto nella premessa: non so mai che scrivere!

Prova a scrivere per libera associazione. Ti metti lì con foglio e penna e scrivi liberamente tutto ciò che ti viene in mente, senza pretendere che abbia un senso fin da subito...la maggior parte delle volte lo scritto acquista significato solo DOPO che hai già cominciato a scrivere!

Alex88 ha scritto:

Supertramp ha scritto:

E' quello il fatto, mi piacerebbe così tanto scrivere, ma ho già detto tutto nella premessa: non so mai che scrivere!

Prova a scrivere per libera associazione. Ti metti lì con foglio e penna e scrivi liberamente tutto ciò che ti viene in mente, senza pretendere che abbia un senso fin da subito...la maggior parte delle volte lo scritto acquista significato solo DOPO che hai già cominciato a scrivere!

Bel consiglio

@Gabri: Vedo che hai proseguito egregiamente la strofa che mi avevi fatto leggere bravo bravo!

Eccone un'altra, fresca fresca di ora...

L'acqua del fiume scorre sui brillanti
sassi marmorei levigati dal tempo e
accoglie i miei piedi stanchi nel suo scorrere
e gela il sangue delle vene in essa immerse.

A cosa pensi? Cosa attira la tua attenzione?
Vorresti non pensare ed invece pensi a tutto e
ti distrai ammirando ciò che ti circonda ma
di tutto quel che c'è non sai cosa osservare.

Intanto i miei piedi son gelati e bianchi
anch'essi come i sassi, ed il sangue scorre
più lento e perdono la sensibilità, quei due.
Cosa, adesso, li differenzia dai sassi nell'acqua?

Non so voi ma...ho freddo ai piedi.

è stupenda, sembri la natura stessa, siamo fatti di natura

Sai, la domanda che pongo alla fine della poesia non è rivolta solo a voi, ma anche a me...non posso affermare di essere natura, è una cosa in cui credo ma in cui ancora non mi sento!

Terza poesiola, ispirata ad un pensierino che feci una sera di quest'estate sul pontile di Forte dei Marmi, quando stetti solo 5 minuti poiché due miei amici parlavan di cose personali (dalle quali odio esser tagliato fuori, visto che anche io sono alla portata di quei discorsi) e l'altro era al telefono...

Captai tardi il mare vibrare
per il vento freddo che lo percorreva,
ogni goccia della distesa salata fremeva
ed in cielo la luna dell'estate.

Come la luce che si propaga
ovunque possa arrivare e
genera ombra al primo ostacolo,
erano i miei pensieri quella sera.

Come i raggi lunari anche la mente
ha incontrato il suo mare che vibra.
Nella mia testa era il raggio lunare
riflesso nel mare irrequieto ed irrequieto
il riflesso, allora, a sua volta.

stupenda *.*

bellissima questa

Molto bella, soprattutto come immagini!

Grazie! Sinceramente a me però non entusiasma tantissimo...

Come mai?

Non lo so..non mi emoziona e basta...

Innanzi tutto carino il riferimento a Montale, che se non sbaglio ti è anche d'ispirazione.
Nella prima noto un pessimismo, forse un po' riferito alla situazione in cui vivi e dove vivi, vero? Sentirsi incatenati nella società... atroce.
Nella seconda, la cosa della natura, mi sa di panismo D'Annunziano, non troppo ma un po' sì. Ad ogni modo sono bellissime. Dovresti scrivere più spesso!

Montale un pochetto d'ispirazione lo è, già! D'annunzio non mi piace...tutta questa bellezza dell'estetismo io proprio non la riesco a concepire...comunque grazie!

Salve a tutti, mi ripresento con un componimento un pochetto più lungo dei precedenti, non mi piace moltissimo com'è scritto ma descrive una scena visionaria...

Voci avvelenate cuciono la mia bocca e
chiudono i miei occhi e tappano le mie orecchie.
Inchiostro nero forma parole senz'anima che
prendono vita e mi avvolgono tutt'intorno.

Ora incatenato in questo groviglio le
candele che facevano luce su di me
scatenano le fiammelle sotto di me,
immobile e condannato a bruciare.

Miseramente abbandonato tutt'avvolto così
in un arido deserto che non conosce notte,
un altro sfortunato dapprima era capitato,
ed ora in un altro groviglio è avvinghiato.

Solo un piccolo foro di questa trappola mi
permise di scorgere il groviglio dello sventurato:
i lumi di cui era circondato s'affievolirono
fino a spegnersi e lasciando i cerini fumanti.

inquietante.... cosa rappresenta??

Dunque spiego.

Il groviglio formato dalle voci avvelenate e dalle parole senz'anima rappresenta la confusione che causano le bugie e le parole volutamente fuorvianti che ci vengono dette tutti i giorni, dai giornali ma volendo anche da parenti o apparenti "amici".
Le candele sono il lume della ragione, che dopo che il protagonista è stato fuorviato da tutte quelle parole confuse ha cominciato a non capirci più niente. Allora si sforza per cercar di capire qualcosa, ma questo lo fa confondere ancora di più fino a farlo impazzire: lo sforzarsi di capire e l'impazzire son rappresentati dalle candele che cominciano a bruciare il groviglio in cui il protagonista è rinchiuso completamente.
L'arido deserto è il mondo che ci circonda, arido perché superficiale ed ignorante, e non conosce notte perché non si prende mai tempo per riposare un attimo ma continua costantemente a girare nel verso sbagliato, le persone non smettono mai di pensarla alla stessa maniera, mantenendo intatti i loro pregiudizi.
Poi viene presentato un altro personaggio, anche lui rimasto avvinghiato dalle parole fuorvianti e confuse.
Da un piccolo foro del groviglio il protagonista vede ciò che succede all'altro sfortunato: le sue candele non cominciano a bruciare il suo groviglio provocando ulteriore disagio e sofferenza come invece avviene al protagonista, ma si spengono lentamente, ciò significa che la sua ragione s'è addormentata, ed il fumo dei cerini rappresenta l'ulteriore disagio che a sua volta una persona con la ragione addormentata causerà.

ma è un riassunto stupendo di come sta vivendo il mondo

Bello il significato e non male nemmeno la costruzione (ci sono in particolare alcuni pezzi per niente stereotipati e decisamente interessanti), si rovina un po' sulla musicalità...

Eh lo so, ma l'ho scritta stamani a scuola...avevo bisogno di scrivere e avevo quest'idea ma non ero ispirato...